Lisa Silvestri è professoressa associata di arti e scienze della comunicazione presso la Penn State. Credito Pietro WehrLisa Silvestri è professoressa associata di arti e scienze della comunicazione presso la Penn State. Credito Pietro Wehr

In un mondo sempre più dominato da meme nichilisti come “This is fine”, raffigurante un cane che resta sereno in una stanza in fiamme, l’alienazione sociale e il distacco sembrano essersi radicati profondamente. Tuttavia, per Lisa Silvestri, professore associato di comunicazione alla Penn State, questo stesso disagio può essere la miccia per il cambiamento. Nel suo ultimo libro, Peace by Peace: Risking Public Action, Creating Social Change, Silvestri esplora come l’azione locale possa trasformare queste sensazioni di smarrimento in un potente strumento di costruzione comunitaria.

L’origine di un’idea: crowdsourcing di speranza

L’idea per “Peace by Peace” è nata nel 2018, durante il congedo parentale di Silvestri. Isolata e stanca, e circondata da notizie di divisioni e catastrofi, ha deciso di reagire: ha contattato persone che sapeva essere attive nelle loro comunità e ha raccolto storie di piccoli ma significativi gesti di cambiamento. Questo “crowdsourcing di speranza” ha dato vita al libro, un manuale che combina teoria e pratiche concrete per chi vuole fare la differenza.

Comprendere la “deriva”

Un concetto centrale del libro è quello di “drift” o deriva, definita da Silvestri come un senso di galleggiamento interiore, senza meta, alimentato dall’assenza di legami duraturi con luoghi, persone e comunità. La società moderna, con la gig economy e l’impermanenza delle connessioni, ha esacerbato questo sentimento. I giovani delle generazioni Millennial e Gen Z, privati di spazi sociali tradizionali come chiese o centri commerciali, vivono principalmente online, sperimentando una crescente alienazione.

Secondo Silvestri, questa deriva è aggravata da un cosmopolitismo superficiale che ci rende “turisti” nelle relazioni. Un tempo, la familiarità con i vicini e i luoghi generava senso di obbligo e responsabilità; oggi, invece, siamo spesso distanti sia fisicamente che emotivamente.

La saggezza pratica: una risposta alla deriva

Per combattere la deriva, Silvestri propone la “saggezza pratica”, una virtù antica che implica discernere il miglior corso d’azione in situazioni complesse. Questo concetto, radicato nella filosofia greca di Aristotele e Socrate, invita a considerare il contesto specifico e agire con giudizio. “La saggezza pratica,” spiega Silvestri, “ci costringe a fermarci e a riflettere, permettendoci di prendere decisioni umane e intuitive, piuttosto che affidarsi a burocrazia o algoritmi.”

Un esempio concreto? Consentire a un familiare di rimanere in ospedale oltre l’orario di visita, riconoscendo il valore umano della presenza accanto a un proprio caro. Questo tipo di azione, apparentemente piccola, può avere un impatto profondo.

Storie di cambiamento locale

Ogni capitolo del libro racconta storie di persone comuni che hanno fatto la differenza nella loro comunità. Una delle più toccanti è quella di Shawn Lent, un’insegnante di danza di Chicago. Lent ha iniziato a offrire lezioni gratuite a bambini rifugiati, creando uno spazio in cui famiglie di diversa estrazione si riunivano. Da un piccolo gesto – un’ora a settimana – è nato un movimento locale che ha unito e guarito la comunità.

Silvestri sottolinea che il cambiamento non richiede di essere eroi come Mandela o Madre Teresa: anche gesti umili, come quello di Lent, possono ispirare e trasformare.

Tre passi per costruire una comunità

  1. Identifica ciò che ti infastidisce: Spesso, ciò che ci disturba è una guida per comprendere dove concentrare le nostre energie. Come afferma Silvestri, “ciò che ci infastidisce oggi spesso risale alla nostra infanzia ed è un indicatore delle nostre passioni più profonde.”
  2. Abbraccia la tua piccolezza: Non è necessario cambiare il mondo intero. Come suggerisce Silvestri, “puoi cambiare un cuore alla volta e migliorare le condizioni locali.”
  3. Coltiva relazioni reali: Parlare con gli altri è fondamentale per uscire dai propri silos e costruire una prospettiva condivisa. La conversazione, soprattutto nel mondo reale, è un antidoto alla radicalizzazione e un punto di partenza per l’azione.

Tornare all’essenziale

In un’epoca di globalizzazione e social media, “Peace by Peace” ci invita a riscoprire l’importanza del locale. Come evidenzia Silvestri, “il villaggio globale ci ha reso difficile vedere la foresta attraverso gli alberi. È tempo di tornare a costruire comunità nei nostri quartieri.”

La lezione di questo libro è chiara: il cambiamento non avviene sempre attraverso grandi rivoluzioni, ma con piccoli gesti che, accumulandosi, trasformano la società. Perché, dopotutto, ogni grande cambiamento inizia con un primo passo.


Conclusione
Lisa Silvestri offre un messaggio di speranza: anche in tempi di incertezza e alienazione, la costruzione della comunità rimane una possibilità concreta. La saggezza pratica e i piccoli gesti di azione locale possono riportarci a connessioni autentiche, riscoprendo un senso di appartenenza e significato. Un libro che è più di una guida: è un invito all’azione.

"Peace by Peace: Risking Public Action, Creating Social Change" di Lisa Silvestri, professore associato di arti e scienze della comunicazione alla Penn State, racconta le storie di persone comuni che compiono piccoli passi per apportare grandi cambiamenti nelle loro comunità.

Credito
Università della Carolina del Sud Press
“Peace by Peace: Risking Public Action, Creating Social Change” di Lisa Silvestri, professore associato di arti e scienze della comunicazione alla Penn State, racconta le storie di persone comuni che compiono piccoli passi per apportare grandi cambiamenti nelle loro comunità.
Credito
Università della Carolina del Sud Press

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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.