Giovane uomo che ride e sorrideQuesto articolo esplora il punto di svolta critico per la civiltà umana, tra il declino dell'era industriale e l'emergere di una nuova era di sovrabbondanza sostenibile. Analizzando le opportunità e i rischi, invita il lettore a riflettere sul futuro che vogliamo costruire.

La civiltà umana è a un bivio critico. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Foresight, l’attuale ciclo di vita della civiltà industriale sta per concludersi. Questo non segna necessariamente un punto di non ritorno, ma potrebbe rappresentare l’alba di una nuova era: una civiltà postmaterialista caratterizzata da energia pulita, sovrabbondanza tecnologica e un sistema socioeconomico distribuito e sostenibile. Tuttavia, questa transizione potrebbe essere ostacolata da crescenti politiche autoritarie e centralizzate, spesso guidate da populismi di estrema destra.

Il documento, redatto dal teorico dei sistemi Nafeez Ahmed, membro del Club di Roma e figura di spicco nella Earth4All Transformational Economics Commission, analizza secoli di dati storici e scientifici per spiegare l’ascesa e il declino delle civiltà. Il lavoro di Ahmed identifica quattro fasi nel ciclo di vita delle civiltà: crescita, stabilità, declino e trasformazione. La nostra civiltà industriale, conclude Ahmed, è nella fase di declino, un momento critico che, se gestito correttamente, potrebbe aprire la strada a un cambiamento epocale.

Il Declino della Civiltà Industriale

Al cuore di questo declino c’è la crisi energetica. L’EROI (Energy Return On Investment) di fonti fossili come petrolio, carbone e gas naturale è in calo, rendendo sempre più insostenibile il sistema industriale attuale. In parallelo, assistiamo a un’accelerazione nello sviluppo di tecnologie rivoluzionarie: energia pulita, intelligenza artificiale, stampa 3D, agricoltura cellulare e veicoli elettrici. Queste innovazioni non solo promettono di ridurre l’impatto ambientale, ma potrebbero anche inaugurare un’era di “sovrabbondanza in rete,” dove energia, cibo e trasporti sono accessibili senza danneggiare il pianeta.

Tuttavia, Ahmed avverte che queste tecnologie, per loro natura decentralizzate, non possono essere integrate in modo efficace all’interno dei vecchi modelli di governance centralizzata. Qui emerge un pericolo cruciale: le politiche autoritarie potrebbero rallentare o addirittura arrestare questa trasformazione. Governi populisti e nazionalisti, con il loro attaccamento a modelli industriali obsoleti e la promozione di combustibili fossili, rappresentano un freno a questa evoluzione.

La Minaccia dell’Autoritarismo

L’analisi del documento sottolinea come l’aumento dell’autoritarismo globale rappresenti uno dei maggiori ostacoli alla transizione. L’esempio dell’amministrazione Trump, con la sua enfasi sulla centralizzazione del potere e sul supporto ai combustibili fossili, viene citato come caso emblematico. Ahmed spiega che questo approccio potrebbe aggravare il declino, rendendo più difficile per la civiltà umana sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti.

Questa dinamica crea un “divario operativo” tra il sistema industriale in declino e le nuove strutture distribuite che potrebbero sostituirlo. Il risultato è una crescente instabilità politica e culturale, che rischia di portare al collasso piuttosto che all’evoluzione.

La Speranza della Sovrabbondanza

Nonostante queste sfide, il futuro non è scritto. Ahmed sostiene che la civiltà umana ha l’opportunità di compiere un “balzo da gigante” evolutivo, abbracciando tecnologie che potrebbero garantire prosperità senza precedenti. Immagina un mondo in cui energia, trasporti, cibo e conoscenza siano disponibili in sovrabbondanza, riducendo le disuguaglianze e proteggendo gli ecosistemi terrestri.

Questa visione non si limita alla tecnologia. Ahmed sottolinea che il vero cambiamento deve avvenire a livello umano. “Dobbiamo riprogrammare il modo in cui governiamo queste capacità emergenti,” afferma, “in modo che siano responsabili e benefiche per tutti. Altrimenti, rischiamo di regredire o collassare.”

La Strada da Percorrere

Il passaggio a una civiltà postmaterialista richiede un profondo cambiamento nei modelli di governance e di pensiero. Sistemi distribuiti e decentralizzati devono essere accompagnati da una leadership etica e lungimirante. Politiche che promuovano l’innovazione tecnologica e la sostenibilità devono sostituire quelle basate su interessi particolaristici e gerarchie obsolete.

Tra il 2030 e il 2060, le capacità materiali della civiltà umana potrebbero migliorare enormemente. Tuttavia, il raggiungimento di questo traguardo dipenderà dalla capacità dell’umanità di superare le sfide immediate e abbracciare un modello di governance globale più equo e sostenibile.

Conclusioni

Il bivio attuale è una sfida esistenziale per la specie umana. Da un lato, la promessa di un futuro luminoso di sovrabbondanza, energia pulita e sostenibilità. Dall’altro, il rischio di un collasso autoritario che ci riporterebbe indietro di decenni, se non secoli.

Come conclude Ahmed, “Questo è il momento di decidere se vogliamo evolverci come specie o regredire.” La scelta è nelle mani dell’umanità, e il tempo per agire è ora.


Giovane uomo che ride e sorride
Questo articolo esplora il punto di svolta critico per la civiltà umana, tra il declino dell’era industriale e l’emergere di una nuova era di sovrabbondanza sostenibile. Analizzando le opportunità e i rischi, invita il lettore a riflettere sul futuro che vogliamo costruire.

Note aggiuntive a corredo dell’articolo:

  1. Approfondimento sulla transizione energetica:
    • L’EROI (Energy Return On Investment) delle fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico, sta migliorando rapidamente grazie alle innovazioni tecnologiche e alla diminuzione dei costi di produzione. Investire in infrastrutture per l’energia pulita è cruciale per accelerare questa transizione e mitigare il declino della civiltà industriale.
  2. Ruolo dell’intelligenza artificiale:
    • L’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale di rivoluzionare i settori dell’energia, dell’agricoltura e della logistica. Tuttavia, è fondamentale sviluppare un’etica dell’IA che ne regoli l’uso per evitare che diventi uno strumento di controllo autoritario.
  3. Impatto politico:
    • La crescente polarizzazione politica globale potrebbe complicare la transizione verso una civiltà postmaterialista. Movimenti populisti che enfatizzano il nazionalismo rischiano di ostacolare collaborazioni internazionali fondamentali per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico.
  4. Possibilità di sovrabbondanza in rete:
    • La “sovrabbondanza in rete” rappresenta un nuovo paradigma economico e sociale in cui risorse cruciali come energia, cibo e trasporti diventano accessibili e abbondanti grazie a tecnologie distribuite. Questo modello sfida le tradizionali economie basate sulla scarsità.
  5. Minacce al progresso tecnologico:
    • Le vecchie gerarchie industriali, spesso supportate da politiche centralizzate, sono riluttanti a perdere il controllo su sistemi ormai obsoleti. Questo conflitto tra vecchio e nuovo ordine potrebbe rallentare l’adozione delle innovazioni necessarie per la trasformazione.
  6. Rilevanza storica:
    • Il ciclo di ascesa e declino delle civiltà è ben documentato nella storia umana. L’analisi proposta da Nafeez Ahmed offre un modello teorico che consente di comprendere meglio il momento storico attuale e le sue implicazioni per il futuro.
  7. Spinta verso un modello educativo trasformativo:
    • L’educazione ha un ruolo cruciale nel preparare le future generazioni ad affrontare le sfide globali. Promuovere consapevolezza ambientale, competenze tecnologiche e pensiero critico è essenziale per una transizione di successo.
  8. Implicazioni per le politiche internazionali:
    • La necessità di una cooperazione globale non può essere sottovalutata. Organizzazioni come le Nazioni Unite e il Club di Roma devono intensificare gli sforzi per facilitare la transizione, promuovendo politiche inclusive e sostenibili.
  9. Rischio di regressione sociale:
    • L’ascesa dell’autoritarismo non minaccia solo il progresso tecnologico, ma rischia di alimentare divisioni sociali e conflitti. Investire in strategie di coesione sociale e inclusione potrebbe mitigare questi rischi.
  10. Visione ottimistica:
    • Nonostante le sfide, l’articolo si conclude con una nota di speranza. La capacità dell’umanità di innovare e adattarsi ha già dimostrato di essere un fattore cruciale per la sopravvivenza e l’evoluzione. Il prossimo passo dipende da una visione collettiva e dall’impegno condiviso per un futuro migliore.

Pubblicazione

Il nuovo articolo , “Planetary phase shift” come nuovo framework di sistemi per navigare la trasformazione evolutiva della civiltà umana”, è stato appena pubblicato a novembre sulla rivista peer-reviewed in doppio cieco Foresight: The Journal of Futures Studies , pubblicata dall’editore scientifico globale Emerald. Foresight è una delle riviste più rispettate nel campo degli studi sui futuri.

Sintetizzando un vasto corpus di dati provenienti da scienze naturali e sociali, tra cui fisica, clima, energia, cibo, trasporti, materiali, informazione, geopolitica, storia e oltre, il nuovo articolo del dott. Nafeez Ahmed crea un innovativo quadro di riferimento multidisciplinare denominato “teoria dello spostamento di fase planetario”.

Citazione

Ahmed, N.  (2024), ““Spostamento di fase planetario” come nuovo quadro di sistema per orientarsi nella trasformazione evolutiva della civiltà umana”,  Foresight , Vol. ahead-of-print https://doi.org/10.1108/FS-02-2024-0025

Risultato fondamentale

Questa teoria è la prima volta che le crisi del sistema terrestre, i cambiamenti sociali e le interruzioni tecnologiche vengono esaminati insieme in un unico quadro di sistemi per comprendere in che modo stanno guidando la trasformazione della civiltà su larga scala.

Il documento conclude che:

“… molteplici crisi globali sia nei sistemi terrestri che in quelli umani sono sintomi delle ultime fasi del ciclo di vita della civiltà industrializzata globale, che è il potenziale precursore del collasso o di un nuovo ciclo di vita della civiltà che potrebbe rappresentare una nuova fase nell’evoluzione biologica e culturale della specie umana.”

Informazioni sull’autore

Il dott. Nafeez Ahmed è un teorico dei sistemi pluripremiato e autore di bestseller di otto libri. È direttore del Futures Lab presso Unitas Global Advisory, direttore esecutivo del System Shift Lab e creatore della newsletter AgeofTransformation.org sul pensiero sistemico.

In precedenza è stato direttore delle comunicazioni di ricerca globali presso il think-tank di previsioni tecnologiche RethinkX , che ha previsto con precisione l’ascesa dell’energia solare, eolica e delle batterie, dei veicoli elettrici e della fermentazione di precisione. Ahmed ha anche previsto con precisione alcuni degli eventi più significativi degli ultimi due decenni, tra cui la guerra in Afghanistan, la crisi finanziaria del 2008, la crescita esponenziale dell’energia pulita, la disgregazione dell’Europa e l’integrazione dell’estrema destra, tra molte altre tendenze. Nafeez è stato due volte inserito nell’elenco dei 1.000 londinesi più influenti dell’Evening Standard.

Ahmed è un membro effettivo del Club di Roma, commissario della Earth4All Transformational Economics Commission, Distinguished Fellow presso lo Schumacher Institute for Sustainable Systems e membro del comitato consultivo del Biophysical Economics Institute. È stato Systems Change Advisor presso l’Assemblea globale COP26 delle Nazioni Unite in rappresentanza della popolazione globale. Ha anche contribuito al rapporto del Club di Roma, Earth4All: A Survival Guide for Humanity, lanciato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2022.

Ahmed ha lanciato il framework Planetary Phase Shift presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York, in occasione dell’ONU Summit of the Future nell’agosto 2024. L’anno precedente ha tenuto un discorso programmatico sull’innovazione sostenibile in una plenaria dei capi di Stato al summit COP28 delle Nazioni Unite nel 2023.


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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

2 pensiero su “Civiltà Umana Al Bivio: Verso la Sovrabbondanza o il Collasso Autoritario?”

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