Uno studio dell’Università dell’Iowa dimostra come l’attività fisica riduca il rischio di malattie croniche. Scopri perché è fondamentale integrare questionari sull’esercizio nei sistemi sanitari.Uno studio dell’Università dell’Iowa dimostra come l’attività fisica riduca il rischio di malattie croniche. Scopri perché è fondamentale integrare questionari sull’esercizio nei sistemi sanitari.

Uno studio dell’Università dell’Iowa evidenzia il legame tra esercizio fisico e riduzione del rischio di malattie croniche, promuovendo l’adozione di questionari sull’attività fisica nei sistemi sanitari.

L’attività fisica non è solo una scelta di vita salutare, ma una vera e propria arma preventiva contro le malattie croniche. Questo è il messaggio che emerge da un importante studio condotto dall’Università dell’Iowa, pubblicato sulla rivista Preventing Chronic Disease. I ricercatori hanno scoperto che l’attività fisica regolare può ridurre significativamente il rischio di sviluppare malattie come diabete, patologie cardiovascolari, cancro e malattie respiratorie.

Un sondaggio semplice, ma rivoluzionario
Alla base dello studio c’è l’introduzione di un questionario denominato Exercise Vital Sign, composto da due semplici domande che i pazienti possono completare in meno di 30 secondi. Questo strumento ha permesso di raccogliere dati su oltre 7.000 pazienti tra novembre 2017 e dicembre 2022, fornendo un quadro chiaro della relazione tra livelli di attività fisica e rischio di malattie croniche.

Le domande, mirate e concise, chiedevano:

  1. “In media, quanti giorni alla settimana fai esercizio fisico da moderato a intenso (come una camminata veloce)?”
  2. “In media, quanti minuti fai esercizio a questo livello?”

Dai dati raccolti, è emerso che i pazienti che si esercitavano almeno 150 minuti a settimana mostravano un rischio significativamente inferiore di sviluppare 19 patologie croniche rispetto a chi dichiarava livelli di attività minimi o nulli.

Un messaggio ai sistemi sanitari
I ricercatori, guidati dal professor associato Lucas Carr, sottolineano che questo semplice sondaggio potrebbe diventare uno strumento chiave per migliorare la prevenzione e l’assistenza sanitaria. Tuttavia, attualmente la maggior parte degli ospedali negli Stati Uniti, in particolare nel Midwest, non interroga i pazienti sulla loro attività fisica durante le visite di routine.

Secondo Carr, integrare strumenti come il Exercise Vital Sign nei sistemi sanitari non solo consentirebbe di identificare i pazienti a rischio, ma potrebbe anche aprire la strada a interventi mirati, come prescrizioni di esercizio fisico o programmi di supporto alla salute. “Abbiamo bisogno di opzioni per connettere i pazienti con servizi di supporto, come specialisti della salute comunitaria,” afferma Carr.

Rimborsi per la consulenza sull’esercizio
Un aspetto cruciale evidenziato dallo studio riguarda la fattibilità economica di questi interventi. In uno studio correlato, pubblicato sul Journal of Physical Activity and Health, il team ha scoperto che quasi il 95% delle consulenze sull’attività fisica fatturate agli assicuratori veniva rimborsato. Questo dato rafforza l’idea che i sistemi sanitari possano adottare modelli di prevenzione basati sull’attività fisica senza oneri economici eccessivi.

Un quadro demografico interessante
Un’analisi secondaria ha rivelato che i pazienti che completavano il questionario erano generalmente più giovani e in condizioni di salute migliori rispetto a chi non partecipava allo studio. Questo suggerisce che l’attenzione alla salute potrebbe essere un fattore determinante nell’adozione di comportamenti sani.

L’attività fisica come priorità sanitaria
Questo studio ribadisce l’importanza di interrogare i pazienti sui loro livelli di attività fisica. L’adozione del Exercise Vital Sign potrebbe rivoluzionare il modo in cui i medici affrontano la prevenzione, trasformando l’esercizio fisico in una componente essenziale delle cure primarie.

Conclusioni
L’attività fisica non è solo una questione di benessere personale, ma un pilastro della salute pubblica. Includere strumenti di screening per l’inattività fisica nei protocolli ospedalieri potrebbe ridurre significativamente il carico delle malattie croniche sulla popolazione e sui sistemi sanitari. Come afferma il professor Lucas Carr, “Un questionario di 30 secondi può dirci molto sulla salute generale di un paziente.” Ora, la sfida è integrare queste pratiche nella routine sanitaria globale, per un futuro più sano e attivo.

Uno studio dell’Università dell’Iowa dimostra come l’attività fisica riduca il rischio di malattie croniche. Scopri perché è fondamentale integrare questionari sull’esercizio nei sistemi sanitari.
Uno studio dell’Università dell’Iowa dimostra come l’attività fisica riduca il rischio di malattie croniche. Scopri perché è fondamentale integrare questionari sull’esercizio nei sistemi sanitari.

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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.