Un'immagine suggestiva che riflette il tema del fascino globale per i contenuti criminali.Un'immagine suggestiva che riflette il tema del fascino globale per i contenuti criminali.

Comprendere il fascino dei crimini narrati nei media: emozioni intense e curiosità umana

Nell’era digitale, il fascino per i contenuti criminali è cresciuto in modo esponenziale, abbracciando film, serie TV, podcast e articoli che raccontano in dettaglio i crimini più efferati. Ma cosa spinge milioni di persone a consumare con avidità storie di serial killer e delitti reali? Uno studio innovativo della HSE University getta nuova luce su questo fenomeno globale.

Il crimine come intrattenimento globale

Il mercato dei media moderni è saturo di prodotti che esplorano il lato oscuro della società. Serie di successo come Mindhunter o documentari su piattaforme streaming come Netflix hanno dimostrato quanto sia vasto l’interesse per le storie sui serial killer. Secondo Abby Bentham, sociologa inglese, e Kevin Haggerty, sociologo canadese, queste narrazioni permettono al pubblico di provare emozioni intense che spesso mancano nella routine quotidiana. Questa forma di intrattenimento funge da valvola di sfogo emotiva e da mezzo di evasione dai problemi personali, come suggerito dal filosofo canadese Ryan Broll.

Le preoccupazioni sull’impatto sociale

Nonostante il successo di questi contenuti, alcuni critici temono che un’ossessione per i crimini possa influenzare negativamente la società, promuovendo comportamenti violenti. Per approfondire questa preoccupazione, i ricercatori dell’HSE—Oksana Mikhailova, Darya Osokina, Lev Lyubich ed Ekaterina Gulina—hanno condotto uno studio sociologico dettagliato, intervistando 26 giovani russi di età compresa tra 18 e 36 anni. Gli intervistati provenivano da diverse città russe e rappresentavano un campione variegato di consumatori di contenuti criminali.

Le ragioni dietro il consumo di contenuti criminali

Lo studio si è concentrato sulle motivazioni che spingono il pubblico a fruire di questi contenuti, evidenziando due principali categorie:

  1. Motivazioni cognitive: Queste motivazioni derivano dal desiderio di comprendere le ragioni che spingono i criminali a commettere atti estremi. Gli spettatori cercano risposte nei traumi infantili, nei disturbi psicologici e nei contesti socioeconomici, sviluppando una comprensione più profonda delle dinamiche umane. Questo approccio analitico contribuisce a umanizzare i protagonisti delle storie, riducendo l’idea di crimine come un atto incomprensibile e irrazionale.
  2. Motivazioni emotive: I contenuti sui serial killer offrono un’esperienza emotiva intensa, riempiendo il vuoto lasciato da una vita quotidiana spesso priva di eccitazione. Film, serie e podcast diventano un mezzo per esplorare paure e curiosità in un contesto sicuro e controllato. Gli intervistati hanno sottolineato che queste storie stimolano adrenalina e suspence, pur mantenendo la consapevolezza che si tratta di narrazioni e non di realtà vissuta.

Non c’è correlazione con l’aumento di violenza

Un punto cruciale emerso dallo studio è che il consumo di contenuti criminali non genera un aumento dell’aggressività tra gli spettatori. Al contrario, la comprensione delle cause dei crimini e la gestione delle emozioni intense sembrano ridurre il bisogno di proiettare violenza nella realtà.

Una finestra sull’umanità

Il successo globale dei contenuti criminali riflette il profondo interesse umano per il lato oscuro della psiche. Come suggerito da Haggerty, il pubblico non è attratto dalla violenza fine a se stessa, ma dall’opportunità di esplorare l’ignoto e comprendere i limiti della condizione umana. Questo processo aiuta gli spettatori a confrontarsi con paure ancestrali e a sviluppare empatia verso situazioni estreme.

Implicazioni per il futuro dei media

Le conclusioni dello studio dell’HSE University aprono nuove prospettive per l’industria dei media. La narrazione di crimini reali e fittizi può evolversi verso un’analisi più profonda delle motivazioni umane, offrendo al pubblico non solo intrattenimento ma anche strumenti per comprendere meglio sé stessi e gli altri. Questa direzione potrebbe rafforzare il ruolo dei media come veicolo di educazione e introspezione.

Conclusione

Il fascino per i contenuti criminali non è un segno di morbosità collettiva, ma una dimostrazione della complessità dell’essere umano. Attraverso queste storie, il pubblico cerca risposte, emozioni e una comprensione più ampia della vita. Lo studio della HSE University rappresenta un importante passo avanti per svelare i misteri di questa attrazione e per ridefinire il ruolo del crimine nei media moderni.

Un'immagine suggestiva che riflette il tema del fascino globale per i contenuti criminali.
Un’immagine suggestiva che riflette il tema del fascino globale per i contenuti criminali.

Oxana Mikhaylova

“L’interesse per le storie sui serial killer, che siano sotto forma di serie o podcast, non è una sublimazione della crudeltà. Gli intervistati non hanno giustificato le azioni dei serial killer. Al contrario, hanno affermato che tali crimini dovrebbero essere prevenuti”, osserva Oksana Mikhailova , ricercatrice presso il Centre for Modern Childhood Research presso l’Institute of Education dell’HSE .

I ricercatori sottolineano che l’interesse per tali narrazioni è solitamente guidato dalla curiosità e dalla ricerca di nuove esperienze. Queste scoperte potrebbero aiutare gli psicologi a sviluppare programmi di supporto per i giovani che sperimentano fame emotiva o stress.


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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.