Tutela della salute: da diritto per tutti a privilegio per pochi?, registrazione integrale della conferenza andata in diretta live su TikTok con oltre 50k di visualizzazione
I Martedì di San Domenico
Tutela della salute: da diritto per tutti a privilegio per pochi?
Michele De Pascale
Presidente della Regione Emilia-Romagna
Nino Cartabellotta
Presidente della Fondazione GIMBE
Giovanna Cenacchi
Professoressa Alma Mater – Università di Bologna
25 febbraio 2025, ore 21.00
Salone Bolognini, Convento San Domenico
Piazza San Domenico 13, Bologna
Sanità pubblica in Italia: salviamo il salvabile. Da diritto universale a privilegio per pochi?
Liste d’attesa infinite, ospedali in crisi, carenza di medici: il Servizio Sanitario Nazionale è al collasso. Cosa possiamo fare per salvare il diritto alla salute?
Riassunto:
La sanità pubblica in Italia è in grave difficoltà: liste d’attesa lunghissime, ospedali sotto pressione e carenza di medici minacciano il diritto universale alla salute. Siamo di fronte a un sistema che rischia di diventare un lusso per pochi? Scopri le cause e le possibili soluzioni.
Sanità pubblica in Italia: salviamo il salvabile
Da diritto universale a privilegio per pochi?
La sanità pubblica italiana sta vivendo una delle crisi più profonde della sua storia. Quello che un tempo era considerato un pilastro del welfare state, garantendo cure accessibili a tutti, oggi sembra scricchiolare sotto il peso di tagli ai finanziamenti, carenza di personale e inefficienze burocratiche. Le liste d’attesa si allungano, i pronto soccorso scoppiano e sempre più cittadini si vedono costretti a rivolgersi alla sanità privata per ottenere cure tempestive. Il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, sta diventando un privilegio per chi può permetterselo?
Liste d’attesa: un’emergenza senza fine
Uno dei problemi più gravi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è rappresentato dalle liste d’attesa. Un’operazione chirurgica può richiedere mesi, se non anni di attesa, e anche esami diagnostici fondamentali come TAC e risonanze magnetiche spesso vengono programmati a distanza di molti mesi. Nel frattempo, chi può permetterselo sceglie la sanità privata, lasciando indietro chi non ha alternative.
Secondo i dati più recenti, il 40% degli italiani ha pagato di tasca propria per accorciare i tempi delle cure, mentre il 20% ha addirittura rinunciato a farsi curare per difficoltà economiche. Il principio dell’universalità del servizio sanitario sta cedendo il passo a una sanità a doppia velocità: per i ricchi cure rapide, per gli altri attese interminabili.
Ospedali sotto pressione e carenza di medici
Oltre alle liste d’attesa, gli ospedali italiani stanno vivendo un’altra grave emergenza: la carenza di personale medico e infermieristico. Negli ultimi anni, molti operatori sanitari hanno lasciato il settore pubblico per passare alla sanità privata o trasferirsi all’estero, attratti da stipendi più alti e condizioni di lavoro migliori.
La mancanza di personale ha portato al sovraccarico dei pronto soccorso, dove i pazienti rimangono in attesa per ore, spesso su barelle nei corridoi. Il blocco del turn-over e la scarsità di nuovi medici specializzati non fanno che peggiorare la situazione, mentre interi reparti vengono chiusi per mancanza di organico.
Finanziamenti ridotti e privatizzazione strisciante
Un altro aspetto critico della crisi della sanità pubblica è il progressivo definanziamento del SSN. Negli ultimi dieci anni, la spesa sanitaria italiana è cresciuta meno rispetto a quella di altri Paesi europei, e in alcuni settori è addirittura diminuita.
I finanziamenti insufficienti hanno favorito un processo di privatizzazione strisciante, con il proliferare di assicurazioni sanitarie private e il crescente ricorso al settore privato per esami e cure. Il risultato? Una sanità sempre più costosa per i cittadini, con un divario crescente tra chi può permettersi cure private e chi è costretto ad aspettare nel pubblico.
Quali soluzioni per salvare la sanità pubblica?
Di fronte a questo scenario critico, è necessario un intervento deciso per salvaguardare il diritto alla salute per tutti. Alcune soluzioni possibili includono:
- Aumento dei finanziamenti pubblici: Investire di più nella sanità pubblica, aumentando il personale medico e migliorando le strutture ospedaliere.
- Riduzione delle liste d’attesa: Potenziando la digitalizzazione, aumentando il numero di specialisti e ottimizzando la gestione delle risorse.
- Miglioramento delle condizioni di lavoro per medici e infermieri: Incentivando il personale a rimanere nel SSN con stipendi più competitivi e meno burocrazia.
- Riforma della governance sanitaria: Riducendo gli sprechi, snellendo la burocrazia e rendendo più efficiente l’organizzazione ospedaliera.
- Potenziamento della medicina territoriale: Valorizzando il ruolo dei medici di base e delle case della salute per ridurre la pressione sugli ospedali.
Conclusione: il diritto alla salute deve rimanere per tutti
La sanità pubblica italiana è un bene prezioso, frutto di decenni di lotte sociali e progressi civili. Lasciarla deteriorare significa accettare un futuro in cui la salute sarà un lusso riservato a pochi. Serve un’azione concreta per invertire questa tendenza e garantire un Servizio Sanitario Nazionale equo, efficiente e accessibile a tutti.
Perché il diritto alla salute non può e non deve diventare un privilegio.
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