Un uomo si sveglia nel corpo di un altro: un sogno diventato incubo.
Trama :
Un uomo si sveglia in un corpo che non è il suo. Un desiderio realizzato o una trappola mortale? Inizia un’indagine pericolosa tra inganni e omicidi. Un thriller psicologico avvincente tra realtà e finzione.
Hashtag per social media:
#Thriller #Giallo #Mistero #DoppiaVita #ScambioDIdentità #Noir #CrimeStory #Suspense #Psicologia #Inganno
L’Inganno della Maschera
L’alba filtrava attraverso le veneziane, striando di luce il soffitto della camera sconosciuta. Marco si svegliò con un sussulto. Il battito accelerato, il respiro corto.
Si passò una mano sul viso… ma qualcosa non tornava. La pelle non era la sua. La forma del naso, il taglio della mascella. Si guardò intorno. La stanza era elegante, ma estranea. Uno specchio di fronte al letto rifletteva un uomo che non riconosceva.
Lui. Ma non lui.
Confusione e panico si attorcigliarono nel petto. Corse al bagno. Si aggrappò al lavandino e si fissò nello specchio. Gli occhi erano diversi, il colore sbagliato. La bocca si aprì in un gemito soffocato. Il cuore martellava. Era qualcun altro.
Il telefono squillò. Uno squillo secco, autoritario. Lo afferrò con mani tremanti.
– “Buongiorno, dottor Ricci. Pronto per la riunione di oggi?”
Dottor Ricci?
Marco – o chiunque fosse ora – si sciacquò il viso, cercando di dare un senso all’incubo in cui era precipitato. Frugò nei cassetti, cercò indizi, documenti.
Trovò un passaporto. Nome: Luca Ricci. Età: 42 anni. Professione: avvocato.
Un altro squillo.
– “Avvocato, la sua auto è pronta. Oggi ha l’udienza decisiva. Si ricorda, vero?”
Marco non si ricordava niente. Ma la sua mente si aggrappò a una sola parola. Udienza. Avvocato. Processo. Doveva andare. Doveva scoprire cosa stava succedendo.
Nel taxi, l’autista lo salutò con deferenza.
– “Signor Ricci, oggi sarà il giorno decisivo. Dopo tutto quello che ha fatto per quel caso…”
Caso? Quale caso? Marco annuì meccanicamente, cercando di nascondere il panico.
Quando entrò nell’aula del tribunale, tutto gli fu chiaro.
Sul banco degli imputati c’era un uomo. Il suo vero corpo. Marco Bianchi.
Lo osservava con terrore.
Marco – o meglio, il suo corpo – si alzò in piedi e gridò:
– “Io sono Marco Bianchi! Quell’uomo vi sta ingannando!”
Un brivido gelido percorse la schiena di Marco. Ora sapeva la verità. Era intrappolato nel corpo dell’uomo che lo stava incastrando per omicidio.
E non c’era via di fuga.
Scopri di più da Lambertini: Esperienza e Visione
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.