Lettere ai figli che non ci sono più il dolore di mamme e papà diventa una luce per tuttiLettere ai figli che non ci sono più il dolore di mamme e papà diventa una luce per tutti

Parole d’amore che viaggiano oltre il tempo, tra ricordi e speranza

Trama:

Un racconto toccante che esplora il dolore e l’amore senza fine di due genitori che scrivono lettere ai figli che non ci sono più. Quando la sofferenza si trasforma in luce, l’amore diventa eterno.


Lettere nel vento

Il vento di marzo soffiava dolcemente, portando con sé il profumo dei ciliegi in fiore. Anna sedeva sulla panchina di legno davanti alla vecchia casa di campagna, un quaderno sulle ginocchia e una penna tra le dita tremanti. Ogni mese, da dieci anni, scriveva una lettera. Una lettera a sua figlia.

Non c’era indirizzo, non c’era destinatario reale. Ma il cuore sapeva.

“Amore mio, oggi il cielo è di un azzurro così intenso che sembra dipinto. Ti immagini quante volte l’abbiamo guardato insieme? Tu che ridevi, cercando forme nelle nuvole, e io che mi perdevo nei tuoi occhi luminosi…”

Le parole scorrevano come un fiume, limpide e leggere, ma dietro di esse c’era un dolore antico, mai domato, e un amore che non si sarebbe mai spento.

Andrea, suo marito, la osservava dalla soglia. Anche lui aveva il suo rituale. Aveva imparato a soffrire in silenzio, a sopravvivere in un mondo che sembrava aver dimenticato il loro bambino, eppure ogni notte, prima di addormentarsi, sussurrava il nome di Luca come una preghiera.

Erano diventati testimoni di una verità che molti temevano: l’amore di un genitore non finisce con l’assenza. Continua a vivere, a respirare, a trovare nuovi modi per esistere.

Un giorno, per caso, Anna lasciò una delle sue lettere su una panchina del parco. Un’anziana signora la trovò e, senza sapere chi l’avesse scritta, la lesse. Quelle parole le entrarono dentro come una brezza calda. Anche lei aveva perso un figlio. E per la prima volta dopo anni, si sentì meno sola.

Da quel giorno, Anna e Andrea iniziarono a lasciare lettere ovunque: tra le pagine di vecchi libri in biblioteca, su sedili di treni, dentro le tasche di cappotti appesi nei caffè. E la magia accadde.

Qualcuno trovò conforto. Qualcuno trovò coraggio. Qualcuno decise di scrivere la propria lettera.

Nel dolore, avevano trovato un modo per illuminare il cammino degli altri. Le loro lettere non erano più solo per i loro figli, ma per ogni cuore che aveva bisogno di sentirsi amato, compreso, meno solo.

E così, nel vento che soffiava tra i ciliegi in fiore, l’amore continuava a viaggiare.


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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.