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Dopo il successo di Non ti voglio, lo scrittore novarese dà voce ai margini della società con una narrazione corale che intreccia dolore psichico e leggerezza narrativa.

C’è chi scrive per evadere, chi per insegnare, e poi c’è chi scrive per far sentire meno soli. Marco Zenone appartiene a quest’ultima categoria. Con il suo nuovo romanzo, Visite e altri incontri di apparente marginalità, edito da Scatole Parlanti (Gruppo Utterson), lo scrittore di Galliate torna a indagare, con affilata ironia e umana empatia, il fragile equilibrio tra salute mentale, stigma e ricerca di sé.

Il libro verrà presentato in anteprima sabato 7 giugno alla Piccola Officina del Libro di Oleggio (Novara), dalle 10 alle 12, nella città dove l’autore vive e lavora. Un ritorno “di prossimità”, simbolico e sentito, in linea con il valore profondo che Zenone attribuisce all’incontro con i lettori.

Tra elettroshock e memoria, il viaggio di Sandro

Il protagonista, Sandro detto Highlander, ha 25 anni, è disoccupato, e si ritrova in un ospedale desolato per una visita neurologica. Lì, proprio in quella sala un tempo usata per l’elettroshock, era stato internato un parente lontano, Dino. Il romanzo prende le mosse da questo evento e si articola in un intreccio narrativo che alterna passato e presente, realtà e allucinazione, in un susseguirsi di flashback e dialoghi che catturano.

Il tutto si svolge nella città immaginaria di Borgoamaro, immersa nella “Grande Pianura del Nord” — un omaggio, nemmeno troppo velato, a certe realtà urbane del Piemonte orientale. Ma è più di un’ambientazione: è un luogo dell’anima, dove le esistenze si sfiorano, si scontrano, si cercano.

Spin-off narrativo e universo in espansione

Visite si presenta come uno spin-off del precedente Non ti voglio (Effedì Edizioni, 2020): Sandro, da personaggio secondario, assume ora la centralità della scena. È il segno che Zenone non ha creato solo una storia, ma un vero universo narrativo, popolato da individui segnati da malattie invisibili e relazioni disfunzionali, ma mai privi di dignità o umorismo.

“Proseguo l’esplorazione delle difficoltà nei rapporti umani,” spiega Zenone, “ma senza perdere il gusto dell’ironia e dell’autoironia. Credo che ci sia una bellezza struggente nei margini. È lì che si trovano le domande più urgenti.”

Un autore che parla da dentro

Marco Zenone non si limita a narrare: condivide. Il suo debutto, Non ti voglio, è stato un’autofiction che affrontava il tema della malattia — il diabete di tipo 1, da cui l’autore è affetto dall’infanzia — con un tono a tratti comico, a tratti dolente. Il libro è stato accolto calorosamente da lettori e operatori sanitari, fino a meritare una citazione nella rivista JAMD della Fondazione Medici Diabetologi.

Nel maggio 2024, Zenone è stato relatore al XII Convegno Nazionale AMD, intervenendo sulla comunicazione legata al diabete nella tavola rotonda “La parola al diabete”. E nel dicembre dello stesso anno ha ricevuto una menzione di meritoal concorso letterario Storie da Museo per il racconto La seduta spiritica.

Dal margine, una voce che risuona

Visite è un libro che si legge tutto d’un fiato ma che lascia un’eco lunga. Racconta di chi è spesso escluso dai riflettori — i fragili, i confusi, gli etichettati come “strani”. Ma lo fa con rispetto, delicatezza e una sorprendente vena comica.

In un periodo in cui il disagio mentale è ancora un tabù, Zenone ci invita ad ascoltare, a guardare oltre il velo, a ridare voce a chi spesso è silenziato. In fondo, ci ricorda che la marginalità non è un luogo geografico, ma una condizione umana che tutti, almeno una volta, abbiamo sfiorato.


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Marco Zenone
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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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