white pill on yellow surfacePhoto by Anna Shvets on <a href="https://www.pexels.com/photo/white-pill-on-yellow-surface-3683109/" rel="nofollow">Pexels.com</a>

Il più grande studio di fase 3 su un inibitore dell’aldosterone sintasi mostra risultati promettenti: riduzioni significative e durature della pressione arteriosa nei pazienti con ipertensione resistente.

Una notizia che potrebbe cambiare il corso della lotta all’ipertensione: lorundrostat, un innovativo inibitore dell’aldosterone sintasi, ha dimostrato un’efficacia clinicamente significativa nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti con ipertensione non controllata o resistente. I dati, presentati in anteprima al 34° Congresso Europeo sull’Ipertensione e la Protezione Cardiovascolare, promettono di segnare una svolta per milioni di persone nel mondo.

Lo studio, denominato Launch-HTN, ha coinvolto 1.083 pazienti adulti in una sperimentazione randomizzata, in doppio cieco e controllata con placebo. I risultati parlano chiaro: lorundrostat somministrato a 50 mg una volta al giorno ha ridotto la pressione sistolica di quasi 17 mmHg alla sesta settimana e di 19 mmHg alla dodicesima, con riduzioni aggiustate per placebo rispettivamente di -9,1 mmHg e -11,7 mmHg.

“Oltre il 40% degli adulti con ipertensione non raggiunge i valori pressori target nonostante i trattamenti attuali,” ha dichiarato il Dott. Manish Saxena, ricercatore principale dello studio e specialista presso il William Harvey Heart Centre della Queen Mary University di Londra. “C’è un’urgenza clinica di trattamenti innovativi, e lorundrostat potrebbe rappresentare una nuova era terapeutica.”

Un nuovo approccio: bloccare l’aldosterone alla radice

Il farmaco agisce inibendo l’enzima CYP11B2, responsabile della produzione dell’aldosterone, un ormone chiave nella regolazione della pressione arteriosa. L’eccesso di aldosterone è riscontrato in circa il 30% dei soggetti con ipertensione e può contribuire a complicanze gravi come scompenso cardiaco e malattie renali.

A differenza di molti altri farmaci, lorundrostat si concentra proprio su questo meccanismo disregolato, rappresentando la prima terapia mirata del suo genere. Il suo profilo di sicurezza è stato ben tollerato anche in combinazione con i trattamenti antipertensivi esistenti, che i partecipanti hanno continuato ad assumere durante lo studio.

Un traguardo per la medicina di precisione

Il disegno dello studio ha voluto riflettere la realtà clinica, adottando la misurazione automatizzata della pressione (AOBP) in ambulatorio, una tecnica sempre più utilizzata per ridurre l’effetto “camice bianco” e ottenere rilevazioni più affidabili.

La diversità geografica e clinica della popolazione coinvolta (oltre mille partecipanti da diversi Paesi) rafforza la solidità dei dati e la generalizzabilità dei risultati. “Abbiamo coinvolto pazienti con ipertensione resistente che non rispondevano a due o più farmaci. I miglioramenti osservati sono stati consistenti, duraturi e statisticamente rilevanti,” ha confermato Saxena.

Verso la disponibilità commerciale

Lorundrostat è ora in fase avanzata di sviluppo e, se approvato dalle autorità regolatorie, potrebbe presto essere disponibile per l’uso clinico, offrendo una nuova chance terapeutica a milioni di persone affette da ipertensione non controllata o difficile da trattare.

In un’epoca in cui la medicina cerca di affinare sempre più la sua capacità di rispondere alle esigenze individuali, lorundrostat si candida come prima punta di diamante di una nuova classe di farmaci su base ormonale, costruiti per agire sulla causa fisiopatologica dell’ipertensione, e non solo sui sintomi.

Ipertensione: una pandemia silenziosa

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanitàoltre 1,28 miliardi di adulti nel mondo soffrono di ipertensione, e il dato è in aumento. Colpisce spesso in modo asintomatico, ma è tra le prime cause di ictus, infarti e insufficienza renale. In Italia, si stima che circa 15 milioni di persone abbiano la pressione alta, ma solo la metà la tiene sotto controllo.

Con l’avvento di nuovi farmaci come lorundrostat, la speranza è di abbattere queste cifre e salvare vite umane, prima ancora che la malattia mostri il suo volto.


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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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