Entrare in farmacia con una ricetta oggi assomiglia sempre più a presentarsi al botteghino con il biglietto per un concerto già sold out. Hai il foglio in mano, hai l’urgenza addosso, e senti: “Non si trova”.

E allora la domanda brucia: “Dottore, perché me lo prescrive se poi non c’è?”. È una domanda semplice, merita una risposta semplice. Perché quando la terapia diventa caccia al tesoro, la fiducia fa presto a perdersi.

“Non si trova” può voler dire due cose

AIFA distingue tra “carenza” e “indisponibilità temporanea”. Nel primo caso l’azienda dichiara difficoltà di rifornimento e il medicinale entra negli elenchi dei “carenti”. Nel secondo caso può essere una discontinuità locale nella distribuzione, cioè il prodotto esiste, ma non sta arrivando in quella zona o a quel grossista. (AIFA)

Perché i farmaci mancano

Le cause non sono una sola. AIFA cita: irreperibilità del principio attivo, problemi produttivi, provvedimenti regolatori, aumenti imprevisti delle richieste, emergenze sanitarie. (AIFA)
EMA raggruppa tutto in due famiglie: problemi di offerta, come produzione e materie prime, e problemi di domanda, come picchi improvvisi o accaparramento. (European Medicines Agency (EMA))

Perché il medico non “controlla prima”

La risposta breve è: prescrivere non è fare magazzino, e spesso non c’è un canale unico e affidabile, in tempo reale, che dica al medico cosa c’è sugli scaffali di tutte le farmacie, oggi e domani.

  1. La disponibilità è dinamica. Quello che manca alle 9 può arrivare alle 15, e viceversa.
  2. Le carenze “strutturali” si leggono su liste regolatorie, non sul singolo scaffale. AIFA pubblica elenchi e indica come “ovviare”: equivalenti, alternative terapeutiche, importazione nei casi estremi. (AIFA)
  3. Il medico prescrive la terapia più appropriata, non la più facile da reperire. Se curiamo solo con ciò che è “disponibile”, stiamo facendo medicina di emergenza anche quando non dovrebbe servire.
  4. Il farmacista vede il territorio. Nella campagna EMA sulle carenze, la farmacia è centrale per continuità e soluzioni pratiche, come sostituzioni e ricerca di forniture. (European Medicines Agency (EMA))

Questo non assolve nessuno. Serve un passaggio di consegne più fluido, e una comunicazione più onesta al paziente.

Cosa può fare il medico già oggi, senza diventare magazziniere

Quel vecchio stile di medicina di famiglia in cui non ti lasciavano uscire dallo studio con solo una ricetta, ma con un piano.

  • Dire subito se esistono alternative ragionevoli. Anche solo “se non lo trovi, chiamami, valutiamo il piano B”.
  • Prescrivere con un minimo di anticipo per terapie croniche. Non per accumulare, ma per evitare che il calendario ti morda alle caviglie.
  • Scrivere, quando opportuno, indicazioni chiare sulla sostituibilità. Così il farmacista non deve fare indovinelli, e il paziente non deve fare il mediatore tra due mondi.

La rinuncia alla terapia, il vero danno collaterale

Quando una persona esce dalla terza farmacia e dice “basta”, non è pigrizia. È stanchezza. È sentirsi soli davanti a un sistema che parla per sigle e intanto pretende aderenza perfetta.

Qui torna utile una virtù antica: la relazione. Il medico che richiama, il farmacista che conosce la storia, la rete che si attiva. Non romanticismo, buon senso, quello che funzionava anche quando non c’erano app per tutto.

Cosa può fare la farmacia, e perché spesso salva la giornata

AIFA ricorda che non tutte le carenze sono un vicolo cieco. In molti casi si può ricorrere a un medicinale equivalente, oppure il medico può valutare un’alternativa terapeutica. Nei casi estremi, strutture sanitarie possono richiedere l’importazione dal mercato estero. (AIFA)

E quando il farmaco non è in elenco, cioè non è “ufficialmente carente”, il farmacista può segnalare la mancanza alla Regione e può provare a ordinare direttamente all’azienda tramite le procedure previste, a tutela del paziente. (AIFA)

Cosa fare, in pratica, quando “non si trova”

  1. Chiedi al farmacista se è carenza o indisponibilità locale. È la prima biforcazione della strada. (AIFA)
  2. Controlla gli elenchi AIFA dei farmaci carenti. Se c’è, spesso trovi già indicazioni su equivalenti, alternative o importazione. (AIFA)
  3. Domanda se esiste un equivalente o un’alternativa. Poi confrontati con il medico per gestire il passaggio in sicurezza. (AIFA)
  4. Parla subito con il medico. Non sospendere di testa tua, soprattutto per terapie croniche.
  5. Evita l’accaparramento. Comprare “scorte” alimenta i picchi di domanda. (European Medicines Agency (EMA))

Cosa dovrebbe cambiare, senza aspettare il prossimo inverno

Serve un patto di squadra, come ricorda EMA, aziende, professionisti, autorità, pazienti. (European Medicines Agency (EMA))
E servono dati migliori: gli auditor europei avvertono che le carenze sono diventate un problema cronico e che mancano ancora strumenti e informazioni tempestive. (Reuters)
Sul fronte nazionale, AIFA può anche adottare misure come il blocco temporaneo delle esportazioni per prevenire o limitare stati di carenza o indisponibilità. (AIFA)

FAQ, risposte rapide per chi cerca al volo

È sempre una “carenza”? No, a volte è indisponibilità locale di distribuzione. (AIFA)
Se è carenza, che succede? AIFA può indicare equivalenti, alternative, o importazione nei casi estremi. (AIFA)
Posso sospendere finché non lo trovo? No, va concordato con il medico, soprattutto nelle terapie croniche.

In fondo la ricetta è una promessa. E le promesse, nella buona tradizione, si mantengono. Facciamo in modo che a mantenerle non sia solo il paziente, a suon di giri a vuoto, ma l’intera squadra.

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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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