Deglutiamo senza pensarci. Lo facciamo migliaia di volte al giorno: mentre beviamo un bicchiere d’acqua, assaporiamo un caffè al mattino, inghiottiamo un boccone o semplicemente la saliva. Eppure, dietro questo gesto tanto istintivo quanto invisibile, si cela un universo complesso fatto di muscoli, nervi e segnali cerebrali che lavorano in perfetta sincronia. Ed è proprio in questa sinfonia silenziosa che oggi, grazie alla scienza, possiamo ascoltare i primi sussurri di malattie gravi, perfino mortali.

Un recente studio ha acceso i riflettori su un’innovazione tanto semplice quanto straordinaria: un test rapido di deglutizione capace di rilevare condizioni mediche critiche in fase precoce. Non stiamo parlando di un costoso esame specialistico, ma di un’analisi breve, non invasiva, eseguibile in pochi minuti, potenzialmente somministrabile anche da personale non medico. Il futuro della diagnosi potrebbe cominciare da un sorso.

Deglutizione: molto più di un riflesso

Per i più, deglutire è solo un gesto. Per medici e ricercatori, è un biomarcatore straordinario. La deglutizione coinvolge oltre 30 muscoli e sei paia di nervi cranici. Richiede il perfetto coordinamento tra bocca, faringe, laringe ed esofago. Quando qualcosa si inceppa in questa danza, è spesso sintomo che altrove — nel cervello o nel sistema nervoso periferico — qualcosa non va.

Le difficoltà nel deglutire, dette disfagie, possono essere segnale precoce di malattie neurodegenerative come il Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l’Alzheimer, ma anche di ictus e tumori alla testa e al collo. Più raramente, possono indicare patologie autoimmuni o problemi muscolari. In alcuni casi, il disturbo compare primaancora che si manifestino i sintomi classici della malattia, rendendolo un possibile campanello d’allarme salvavita.

Il test che può cambiare la prevenzione

Il test di deglutizione recentemente studiato si basa su un protocollo semplice: si chiede al paziente di bere una determinata quantità di liquido in un tempo stabilito, sotto osservazione. Si valutano parametri come il tempo impiegato, la presenza di tosse, cambiamenti nella voce, fatica o senso di soffocamento. Talvolta si può associare a dispositivi che monitorano vibrazioni o suoni della gola.

Alcune versioni del test utilizzano tecnologie intelligenti — come sensori posizionati sul collo o app collegate a microfoni — per quantificare ogni aspetto della deglutizione, elaborando i dati tramite algoritmi predittivi. In questo modo è possibile scoprire disfunzioni sottili, impercettibili a occhio nudo, con una sensibilità che sfiora l’89%.

La sua forza sta nella facilità di utilizzo: può essere eseguito in ambulatorio, in una casa di cura o persino a domicilio, aprendo nuovi orizzonti nella medicina territoriale e nella prevenzione per le fasce più fragili della popolazione, come anziani e pazienti neurologici.

Non solo diagnosi, ma anche monitoraggio

Il test di deglutizione non è solo un’arma contro la diagnosi tardiva, ma anche uno strumento per monitorare l’evoluzione delle patologie nel tempo. In chi ha già una malattia diagnosticata, permette di valutare se e quanto la disfagia progredisce, aiutando a calibrare la terapia, modificare la dieta o prevenire complicazioni gravi come la polmonite ab ingestis, causata dall’aspirazione accidentale di cibo nei polmoni.

Il test ripetitivo della deglutizione della saliva vede le persone tentare di deglutire il maggior numero di volte possibile in mezzo minuto, senza consumare alcun cibo o bevanda.

In media, gli adulti di età compresa tra i 20 e i 39 anni dovrebbero essere in grado di deglutire quasi 8,5 volte in 30 secondi e quelli di età compresa tra i 40 anni dovrebbero essere in grado di gestire otto deglutizioni.

Nel frattempo, gli adulti sulla cinquantina dovrebbero essere in grado di deglutire circa sette volte in 30 secondi e quelli di 60 anni dovrebbero raggiungere poco meno di sette deglutizioni.

I medici hanno anche rivelato che le persone sui 70 anni dovrebbero raggiungere sei deglutizioni in mezzo minuto e quelle che hanno 80 anni dovrebbero gestire poco più di quattro deglutizioni nel limite di tempo.

Secondo gli esperti, le persone che non possono deglutire il numero di volte raccomandato per la loro età potrebbero vivere con una malattia mortale.

Un futuro personalizzato (e predittivo)

L’idea di affidarsi a un semplice gesto quotidiano per predire la malattia potrebbe sembrare fantascienza. Eppure, è esattamente la direzione verso cui si muove la medicina personalizzata. Un domani non troppo lontano, potremmo avere test di screening standardizzati per la deglutizione, capaci di intercettare patologie prima ancora che si manifestino in forma clinica.

I ricercatori stanno anche lavorando all’integrazione dei dati di deglutizione con quelli di altri parametri biometrici, come tono della voce, postura, espressione facciale e performance cognitive, per offrire un quadro diagnostico integrato, supportato da intelligenza artificiale e machine learning.

Chi dovrebbe fare questo test?

Secondo gli esperti, il test andrebbe offerto in via preventiva a:

  • persone sopra i 60 anni;
  • pazienti con familiarità per malattie neurodegenerative;
  • individui che hanno subito un ictus o traumi cranici;
  • pazienti oncologici;
  • soggetti con segni lievi di disfagia (tosse dopo aver bevuto, perdita di peso inspiegabile, voce gorgogliante).

Ma anche in ambito sportivo, geriatrico e nutrizionale, questo tipo di test potrebbe diventare uno strumento di screening regolare, così come oggi si misura la pressione o si fa un elettrocardiogramma.

Un piccolo gesto per una grande rivoluzione

La bellezza della medicina sta nel saper cogliere l’invisibile nel banale. Un sorso d’acqua, se osservato con occhi nuovi, può diventare la chiave per cambiare una vita, per accorgerci prima, per intervenire quando è ancora possibile.

In un mondo che corre, forse vale la pena rallentare, fare un respiro e deglutire. Non solo per idratarci, ma per ascoltare ciò che il corpo ci dice sottovoce. In quell’istante semplice e umano si nasconde il futuro della medicinarapido, accessibile, predittivo. E straordinariamente umano.

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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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