Il progetto pilota della Società Italiana di Medicina Estetica SIME porta la cura di sé nelle case di riposo, risvegliando autostima, identità e gioia di vivere

In un mondo che sembra ossessionato dal culto dell’eterna giovinezza, dove la bellezza è spesso imprigionata negli stereotipi e nella rincorsa al ritocco perfetto, arriva una ventata di autenticità e umanità dalla medicina estetica. Non quella fatta di aghi e bisturi, ma quella che riporta al centro la persona, la sua storia, la sua dignità. È questo lo spirito che anima il progetto ‘Bellezza senza tempo’, promosso dalla Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) e presentato in occasione del 46° Congresso SIME.

Un’iniziativa pionieristica, guidata dalla dottoressa Rosanna Catizzone, segretario generale della SIME, che ha visto protagonisti gli ospiti della casa di riposo ‘Villa Sorriso’ di Marano sul Panaro (MO). Un laboratorio di bellezza interiore ed esteriore, dove il semplice gesto di guardarsi allo specchio è diventato un atto di riconquista del sé, della propria immagine, della propria presenza nel mondo.

«La bellezza – ricorda la dottoressa Catizzone – non si esaurisce nell’assenza di rughe o nella perfezione estetica. È un atto di amore verso sé stessi, un modo per riconoscersi, accettarsi e ritrovare quella scintilla di vitalità che, troppo spesso, la società tende a spegnere nelle persone anziane». Il progetto ha coinvolto medici, fisioterapisti, animatori, operatori sanitari e soprattutto i residenti, che si sono messi in gioco attraverso attività creative, confronti sulla moda di ieri e di oggi, ascolto musicale, discussioni sul concetto di bellezza e persino prove di abbigliamento.

I risultati? Sorprendenti. «Anche in presenza di patologie o segni evidenti dell’invecchiamento – sottolinea Catizzone – le persone hanno mostrato entusiasmo, energia, desiderio di riscoprirsi belli, vivi, presenti». Un ritorno all’autostima che si è tradotto in sorrisi, sguardi ritrovati, espressioni che raccontavano molto più di mille trattamenti estetici.

Un’eco moderna dell’esperimento della psicologa Ellen Langer, che già negli anni ’80 dimostrò come la percezione di sé possa influenzare parametri fisiologici e benessere psicologico. «Questo progetto conferma – continua Catizzone – che non esiste un’età per smettere di sentirsi parte del mondo. Anzi, proprio laddove la società tende a relegare l’anziano all’invisibilità, la medicina estetica può diventare un potente strumento di riscatto».

Una visione pienamente condivisa anche dal presidente della SIME, Emanuele Bartoletti, che ribadisce come la Medicina Estetica, con le sue iniziali maiuscole, sia ben lontana dal concetto riduttivo di una medicina trasformativa che vende trattamenti su richiesta senza una diagnosi, senza una reale attenzione alla persona. «Quanto avvenuto a Villa Sorriso – afferma Bartoletti – rappresenta l’essenza più autentica della nostra disciplina. Nessun trattamento iniettivo, nessuna manipolazione dell’immagine. Solo l’invito potente e rispettoso a prendersi cura di sé, a riappropriarsi della propria identità».

Del resto, anche una semplice crema dermocosmetica, applicata con attenzione e cura, può avere effetti straordinari sull’umore e sulla motivazione, come dimostrato in studi precedenti condotti nella stessa struttura. Perché la bellezza vera non si misura in numeri di like, ma nel piacere ritrovato di guardarsi allo specchio e dire, con fierezza: «Io sono».

Un messaggio che vale per tutti, ma che negli occhi e nei sorrisi degli anziani di ‘Villa Sorriso’ assume una luce ancora più intensa. Una bellezza senza tempo, unica e irripetibile, che ci ricorda quanto sia importante prendersi cura della propria anima prima ancora che della pelle.


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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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