ballet dancers training at gymPhoto by JuanMA . on <a href="https://www.pexels.com/photo/ballet-dancers-training-at-gym-15898874/" rel="nofollow">Pexels.com</a>


Una rivoluzionaria ricerca tedesca analizza per la prima volta a livello molecolare come i muscoli maschili e femminili utilizzino zuccheri e grassi. I risultati aprono la strada a terapie e allenamenti personalizzati per combattere le malattie metaboliche.

Che uomini e donne fossero diversi non è una novità. Ma che questa diversità si spingesse fino al cuore del nostro metabolismo, a livello molecolare dentro i nostri muscoli, è una scoperta con implicazioni profonde per la salute di tutti. I muscoli scheletrici di uomini e donne, infatti, non lavorano allo stesso modo: elaborano glucosio e grassi con strategie differenti. A rivelarlo è un’analisi senza precedenti condotta dall’Ospedale Universitario di Tubinga e da centri di ricerca tedeschi d’eccellenza, che potrebbe finalmente spiegare perché malattie come il diabete di tipo 2 si manifestino e rispondano alle cure in modo diverso tra i due sessi.


I Muscoli: Motori della Nostra Salute Metabolica

Spesso li consideriamo solo “motori del movimento”, ma i muscoli scheletrici sono i veri registi del nostro metabolismo. Svolgono un ruolo cruciale nella gestione del glucosio: si stima che circa l’85% dello zucchero presente nel sangue venga assorbito proprio dai muscoli, grazie all’azione dell’insulina. Quando le cellule muscolari diventano meno sensibili a questo ormone (una condizione nota come insulino-resistenza), il glucosio rimane in circolo, gettando le basi per lo sviluppo del diabete di tipo 2. L’arma più potente che abbiamo per contrastare questo processo è, non a caso, l’attività fisica.

Lo Studio: Otto Settimane di Allenamento sotto la Lente della Scienza

Per decenni, le differenze funzionali tra i muscoli maschili e femminili sono state sottovalutate. Il team di ricercatori guidato da Simon Dreher e Cora Weigert ha deciso di andare a fondo, analizzando biopsie muscolari di 25 adulti sani ma in sovrappeso (16 donne e 9 uomini), precedentemente sedentari. Per otto settimane, i partecipanti hanno seguito un programma di allenamento di resistenza (un’ora di cyclette e tapis roulant, tre volte a settimana).
Utilizzando le più avanzate tecniche di biologia molecolare, gli scienziati hanno esaminato i campioni muscolari in tre momenti chiave: prima dell’inizio, dopo il primo allenamento e al termine del programma. I risultati sono stati sorprendenti.


Uomini Sotto Stress, Donne “Brucia-Grassi”

La prima sessione di allenamento ha scatenato reazioni nettamente diverse. A livello molecolare, i muscoli maschili hanno risposto con un’intensità maggiore, quasi come a un forte stress. Si sono attivati i geni legati, appunto, allo stress e nel sangue è aumentata la mioglobina, una proteina che indica un certo “danno” muscolare. La loro muscolatura ha mostrato inoltre una prevalenza di fibre a contrazione rapida, ideali per sforzi brevi e intensi, che utilizzano preferibilmente il glucosio come carburante.
Al contrario, le donne hanno dimostrato una maggiore efficienza nell’utilizzo dei grassi. I loro muscoli presentavano una quantità significativamente più alta di proteine responsabili dell’assorbimento e dell’immagazzinamento degli acidi grassi, indicando una predisposizione naturale a usare i lipidi come fonte di energia.


L’Allenamento che Uniforma e Potenzia

La vera magia dell’esercizio fisico si è rivelata dopo otto settimane. Con un allenamento regolare, le differenze tra i muscoli di uomini e donne si sono attenuate. Entrambi i sessi hanno iniziato a produrre più proteine che potenziano l’utilizzo sia di glucosio che di grassi all’interno dei mitocondri, le “centrali energetiche” delle nostre cellule.
“Questi aggiustamenti indicano un miglioramento generale delle prestazioni metaboliche, che può contribuire a ridurre il rischio di diabete di tipo 2”, spiega la professoressa Weigert. In pratica, l’allenamento costante ha reso i muscoli di tutti più efficienti e sani.

Verso un Futuro di Terapie “Su Misura”

Queste scoperte aprono le porte a un futuro in cui le raccomandazioni per l’attività fisica non saranno più generiche, ma personalizzate in base al sesso. “Potremmo arrivare a prevedere meglio i rischi individuali di diabete e a personalizzare le terapie di esercizio in modo più specifico”, conclude Weigert.
Il prossimo passo per i ricercatori sarà indagare il ruolo degli ormoni sessuali, come estrogeni e testosterone, in queste dinamiche e capire come i cambiamenti legati all’età possano influenzare il rischio di malattie metaboliche. La strada è aperta: la medicina di genere, applicata allo sport e al metabolismo, è appena iniziata.

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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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