Uno studio della Brown University dimostra che gli estremisti, a destra come a sinistra, reagiscono in maniera sorprendentemente simile ai contenuti politici. Una scoperta che illumina anche la polarizzazione del dibattito in Italia.

In Italia siamo abituati a pensare alla politica come a un’arena di scontri frontali, con schieramenti inconciliabili. Eppure, dietro le bandiere e i simboli, i cervelli degli estremisti politici potrebbero funzionare allo stesso modo.

Lo dimostra una ricerca pubblicata dallAmerican Psychological Association e condotta alla Brown University, secondo cui gli individui con posizioni radicali – liberali o conservatori – elaborano le informazioni politiche in maniera simile.

Attraverso tecniche avanzate come fMRI, eye-tracking e misure fisiologiche, i ricercatori hanno osservato che i cervelli degli estremisti mostrano schemi quasi identici di attività quando consumano contenuti politici. Al contrario, i moderati rispondono con maggiore diversità cognitiva.

Una lezione per l’Italia

La scoperta conferma la teoria del ferro di cavallo, secondo la quale estremisti di sinistra e destra finiscono per assomigliarsi più tra loro che ai moderati.
Un concetto che risuona anche nel panorama politico italiano, dove la polarizzazione è diventata pane quotidiano.

Pensiamo alle campagne elettorali recenti, dominate da messaggi emotivi, slogan forti e linguaggio divisivo. Che si tratti di comizi nelle piazze, dirette social o talk show televisivi, le reazioni del pubblico radicale sembrano avere un filo comune: una risposta viscerale e uniforme, a prescindere dal colore politico.

Emozione e convinzione: un binomio potente

Gli studiosi hanno rilevato che l’estremismo non riguarda solo le idee, ma soprattutto l’intensità con cui vengono vissute. Le emozioni giocano un ruolo chiave: la maggiore eccitazione fisiologica osservata negli estremisti amplifica la coerenza delle risposte cerebrali, cementando le convinzioni politiche.

Come spiega Daantje de Bruin, coautore dello studio:

“Non è solo ciò in cui crediamo, ma quanto fortemente ci crediamo e quanto siamo emotivamente reattivi a plasmare la nostra percezione della realtà politica”.

Per l’Italia, dove spesso il confronto politico si riduce a un muro contro muro, questa ricerca offre un punto di riflessione: riconoscere che gli estremisti condividono più di quanto pensino potrebbe aprire spazi di dialogo e ridurre la disumanizzazione reciproca.

Limiti della ricerca

Gli autori sottolineano che lo studio si è basato su dati statunitensi. Tuttavia, la dinamica osservata appare rilevante anche nel contesto italiano ed europeo, dove le polarizzazioni politiche si riflettono nella società, nei social media e perfino nelle conversazioni quotidiane.


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Articolo: “Gli individui politicamente estremisti mostrano un’elaborazione neurale simile nonostante le differenze ideologiche “, di Daantje de Bruin, MS, e Oriel FeldmanHall, PhD, Brown University. 
Journal of Personality and Social Psychology , pubblicato online il 28 agosto 2025.

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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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