Quando il diabete attraversa i confini e colpisce i reni, emerge una realtĂ  fatta di disuguaglianze, ma anche di speranza e collaborazione

🌍 Diabete e rene: una coppia pericolosa

La malattia renale diabetica (DKD) Ă¨ una delle complicanze piĂą subdole e letali del diabete, eppure rimane spesso in secondo piano rispetto ad altri rischi. Colpisce in silenzio, deteriora la funzione renale lentamente, fino ad arrivare all’insufficienza cronica. Ma come cambia questa patologia nei diversi contesti del mondo?

Uno studio recente ha messo a confronto due coorti di pazienti: una seguita a Bologna presso l’IRCCS Sant’Orsola, l’altra a Tosamaganga, in Tanzania, nell’ambito di un progetto di CUAMM – Medici con l’Africa. Il risultato? Due volti diversi della stessa malattia.


👥 Due pazienti, due mondi

Dai dati emerge un’immagine nitida:

  • In Tanzania i pazienti sono piĂą giovani (media 56 anni), piĂą frequentemente donne (67%) e con un BMI normale.
  • In Italia, invece, i pazienti sono mediamente piĂą anziani (67 anni), prevalentemente uomini (75%) e con una sindrome metabolica piĂą marcata.

Il controllo glicemico? Peggiore nei pazienti africani (HbA1c media 83 mmol/mol contro i 56 italiani), ma con un netto miglioramento dopo appena 6 mesi di presa in carico.


đź’Š Cura, accesso, disuguaglianze

Qui si fa sentire la disparitĂ  tra sistemi sanitari: mentre in Italia sono disponibili farmaci innovativi come gli SGLT2i o gli GLP1-RA, in Tanzania ci si affida ancora a insulina, metformina e ACE-inibitori. Eppure, nonostante le risorse limitate, anche i pazienti africani mostrano miglioramenti concreti, grazie a:

  • Visite regolari
  • Educazione sanitaria
  • Adesione terapeutica
  • Supporto territoriale e comunitario

Un messaggio forte: l’accesso ai farmaci conta, ma anche l’organizzazione della cura può fare la differenza.


đź§Ş Albuminuria e funzione renale: i segnali da non ignorare

Lo studio ha monitorato due indicatori fondamentali della salute renale:

  • eGFR (filtrazione glomerulare): inizialmente migliore in Tanzania, ma stabile in entrambi i gruppi dopo 6 mesi
  • Albuminuria: ridotta significativamente, in entrambe le coorti, segno di un buon impatto terapeutico

Questi miglioramenti dimostrano che un approccio integrato nefro-diabetologico Ă¨ efficace, anche in contesti con risorse limitate.


🔍 La medicina che unisce

Questo studio non è solo una fotografia di due realtĂ  diverse, ma anche una testimonianza di ciò che può unire: scienza, cooperazione, buona pratica clinica.

In un mondo dove il diabete avanza a ritmi preoccupanti (oltre 693 milioni di casi previsti entro il 2045), serve una medicina che non si limiti a curare, ma che dialoghi tra continenti, impari dalle differenze e costruisca ponti.


📣 Conclusione: il rene non ha passaporto

Questo studio ci lascia una lezione preziosa: la malattia renale diabetica cambia volto da un continente all’altro, ma ovunque può essere combattuta.
Con farmaci, sì, ma anche con empatia, organizzazione, e collaborazione internazionale.

Perché il rene, in fondo, non ha passaporto. Ma ha bisogno di cura. Ovunque si trovi.


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Di Roberto Lambertini

Roberto Lambertini è nato a Bologna il 4 settembre 1961. Fin da giovane è stato appassionato di lettura, libri e informazione.

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